L’olio di oliva è l’alimento principe della dieta mediterranea. Una scelta alimentare che è sinonimo di benessere e che da sempre contraddistingue le tavole degli italiani. La coltivazione di olive e la produzione dell’olio svolgono un ruolo centrale nell’economia del Veneto e più specificatamente in quella del territorio veronese.
I recenti cambiamenti climatici hanno colpito duramente l’agricoltura veneta, con conseguente scarsità di raccolto di olive durante il 2017, a causa soprattutto delle numerose gelate e del periodo di siccità che ha caratterizzato la scorsa estate. Quest’anno, invece, il clima è stato favorevole e ha permesso agli agricoltori veneti, soprattutto nelle zone di Verona e Padova, di ottenere raccolti abbondanti.
Purtroppo, nonostante il clima ottimale, gli ulivi sono stati colpiti dalla cascola, dalle cause ancora sconosciute che annerisce e provoca la caduta dei frutti dalla pianta, rendendoli inutilizzabili. Nelle zone di Vicenza e Treviso la cascola ha colpito fino al 40% degli ulivi, mentre nelle altre zone si è limitata al massimo al 20%. Rispetto allo scorso anno, Veneto Agricoltura ha segnalato un incremento dello 0,4% della superficie coltivata ad uliveti. Verona si conferma regina in Veneto con ben 3.530 ettari, arrivando circa al 70% del totale delle superfici coltivate in regione, mentre il restante 30% è suddiviso tra Vicenza (560 ettari), Treviso (465 ettari) e Padova (415 ettari). Il raccolto regionale dell’annata 2018 supererà i 160 mila quintali di olive, migliorando decisamente rispetto allo scorso anno: +35% secondo le stime di Aipo (l’associazione interregionale dei produttori olivicoli).
La qualità dell’olio veronese è riconosciuta in tutto il mondo ed è un bene che, partendo dalla coltivazione, va salvaguardato. Proprio per questo è fondamentale che vengano risolte le problematiche legate agli agenti infestanti; al fine di incrementare il raccolto e di conseguenza l’economia del territorio.